E’ una storia vera, di cui hanno parlato anche i quotidiani di ieri (link a Repubblica e link all’Huffington Post): è la vicenda di Walter che da quando ha perso il lavoro e si è separato, tre anni fa, vive, senza più una casa, lungo la strada, in centro a Milano. “Tempo fa, ho trovato su un marciapiede un libro di Camilleri. Non lo conoscevo come autore. Anzi, prima di quel giorno non avevo mai letto un libro tutto intero. Ho cominciato a darci un’occhiata. La storia mi ha preso subito. E da allora non mi sono più fermato. Ne leggo almeno uno al giorno. Il tempo non mi manca.”. Legge i libri alla luce della vetrina davanti a cui si sdraia ogni sera, e i frequentatori dei locali lì vicino spesso gli portano nuovi libri da leggere. La sua foto, intento nella lettura di un libro di Camilleri, postata su Twitter con hashtag Camilleri (#Camilleri) da una giornalista di Repubblica, Zita Dazzi, è finita in qualche modo tra le mani dello scrittore siciliano che ha dichiarato: “Spesso mi chiedono a cosa serve la letteratura. Ecco questo è un bellissimo esempio. Serve, almeno per un momento, a far dimenticare il mondo che sta attorno, e a trasportarti in un’altra dimensione“.
Ma non è tutto, la casa editrice di Camilleri decide di far avere a Walter altri libri dell’autore ed egli, ringraziando, si lascia sfuggire “Quando ho finito di leggerli, li devo lasciare in giro. Non ho certo posto per tenerli. Ma così almeno, qualcun altro avrà lo stesso piacere che ho avuto io“.
Questa storia è davvero troppo bella per non trarre un duplice insegnamento, sia dalle parole di Camilleri, che da quelle di Walter che, seppure in condizioni particolari, interpreta pienamente la filosofia di BiblioShare: consentire ad altre persone di provare le stesse emozioni che abbiamo provato noi leggendo un libro.
Grazie Zita!
@zitadazzi