Più o meno un mese fa, il sito Quartz ci ha dato questo suggerimento: abbandona i social e la tv avrai il tempo di leggere ben più di 200 libri all’anno.
In effetti, se calcoliamo il tempo medio che ognuno di noi dedica ai social media o a guardare la televisione, il dato potrebbe essere applicabile tranquillamente anche in Italia.
E non possiamo negare che, spesso, buona parte del tempo che trascorriamo guardando la tv o sui social network, Facebook in particolare, è tempo sprecato (o almeno, probabilmente potrebbe essere occupato meglio).
Charles Chu, l’autore dell’articolo, è partito dalla risposta che il ricco Warren Buffett aveva dato al classico quesito sul segreto del suo successo: leggere, leggere, leggere, per un equivalente di 500 pagine al giorno.
Certo, Buffett, dall’alto della sua ricchezza se lo può anche permettere, non tutti gli altri.
Ma Chu conferma questa linea eseguendo un semplice calcolo: considerando che mediamente un libro (americano) consiste di cinquantamila parole, e calcolando che un lettore (sempre americano) legge tra le 200 e le 400 parole al minuto, per leggere 200 libri, cioè 10 milioni di parole, servono circa 25 mila minuti, ovvero 417 ore.
E come trovare queste 417 ore?
Facendo riferimento sempre ai valori americani, si calcola che lo statunitense medio trascorre ogni anno 608 ore sui social media e 1642 ore davanti alla tv: ovvero – dice Chu – 2250 ore di “pattumiera”! Più o meno, quindi, un equivalente di 1000 libri all’anno!
Sta a noi quindi: possiamo decidere come impiegare il nostro tempo avendo la consapevolezza che spesso il suo attuale utilizzo non è di qualità.
Poi, naturalmente, non è il caso di generalizzare e di considerare tutto negativo, né per i contenuti televisivi, né per ciò che si trova su internet, ma maggiore consapevolezza su questa questione sì, è necessaria.
Categoria: biblioshare
Nuove community nascono
Eccole qui tutte assieme! Sono le community sorte in queste prime settimane del 2017.
Due community a Milano: il Bookstore solidale e la biblioteca diffusa di NOLO, il quartiere di Milano a NOrd di LOreto.
E la prima community di Napoli: Napoli piazza del Gesù.
Il Bookstore solidale, in via Porpora 43/45, è uno spazio riconvertito in una vera e propria libreria, in cui coinvolgere cittadinanza e utenza nell’ottica di usare la cultura e la letteratura quale strumento di inclusione sociale, socializzazione e di veicolo di conoscenza.
NOLO è invece un quartiere multietnico di Milano, in pieno rilancio, che si sta dando una nuova immagine (a partire dal nome che fa tanto New York), e che crede molto nella forza della community.
La prima community di Napoli è una comunità aperta, convenzionale, con centro proprio in piazza del Gesù, punto centrale della città alla quale molti napoletani potranno fare riferimento.
Auguriamo loro tanto successo naturalmente, con l’inserimento di tanti libri e tanti scambi tra gli iscritti, che avranno un motivo in più per conoscersi e tessere relazioni.
Due candeline da soffiare per biblioShare
Oggi spengo due candeline! Due anni di biblioShare!
Un’attività gratuita, impegnativa, quotidiana, costante, che mira a diffondere la lettura e la conoscenza tra le persone.
Con alti e bassi, di gloria e di quotidianità, di espansione in altre community e di comunità che non crescono, di eventi a cui mi invitano e di indifferenza da parte di chi non legge, di gioia da parte di molti e di invidia da parte di alcuni, di qualche perplessità da parte di qualche editore e di applausi di chi ha risparmiato qualche euro, di richieste di implementazioni inaspettate e di qualcuno che non ha capito che cosa sono…
Nascevo due anni fa a Rogoredo, un quartiere di periferia a Milano. Lì sono conosciuta, apprezzata e amata, e sono forte: solo nella community di Rogoredo Santa Giulia i libri condivisi sono 9000, tantissimi, più di quanti tante biblioteche ospitino. E lì, un po’ di persone che non si conoscevano, ora si sono conosciute, grazie a me. Alcune di loro hanno addirittura stretto amicizia, forti di qualcosa che li accomunava e che non potevano immaginare cosa fosse. E questa è la mia soddisfazione più grande: contribuire a far socializzare chi vive nel quartiere.
A novembre ho partecipato a Bookcity 2016, con tanti amici, e lì ci siamo raccontati, e abbiamo illustrato i nostri progetti per il futuro.
Insomma, sto crescendo, e vorrei che tanti mi conoscessero, sempre di più.
Milano, 1 febbraio 2017
biblioShare
Link simili: buon compleanno biblioShare
Ci siamo rifatti la faccia
Abbiamo deciso che anche biblioShare a quasi due anni di vita poteva rifarsi il trucco, almeno sul blog. Ed eccoci qui, con una nuova veste grafica, meno scontata e – ci auguriamo – più piacevole.
Cosa ne pensate?
La Befana vien di notte…
Con l’augurio di un 2017 di grandi letture
Buon Natale a tutti
Open (minded)
Di solito non leggo le autobiografie degli sportivi. Non perché la loro vita non sia interessante, ma perché credo che gliela scrivano altri e inevitabilmente ci mettano un filtro.
Così, se sono in una libreria, succede che passo oltre, curiosando tra altri generi su altri scaffali.
Devo ammettere che ho una sorta di pregiudizio sulle storie dei grandi campioni.
Non sono nemmeno particolarmente appassionata di tennis, ma un amico mi ha detto “leggilo, è un libro bellissimo”. Aveva ragione.
Ve lo spiego partendo dalla fine.
Nei suoi ringraziamenti Andre Agassi spiega di aver chiesto molte volte a J.R. Moehringer di mettere il suo nome su questo libro, ma il giornalista e scrittore gli ha risposto che non era il caso di apporre la sua firma sulla vita di un altro.
Questo è il libro di Andre, della sua gente, della sua famiglia, delle sue battaglie, delle imposizioni del padre che l’ha spinto ossessivamente a usare il suo talento.
Delle sue ribellioni di adolescente, degli short di jeans e del taglio con le meches da mohicano, dell’orecchino nascosto col cerotto tipico dei mille adolescenti che cercano la loro identità.
Dell’uomo che, trentaseienne, prima di sfidare Baghdatis riflette sulla sua pelata e sui capelli fluenti del suo avversario, su quanto è inquietante guardarlo, in un corpo ventenne, che fa stretching prima della sfida mentre lui ha ovattato il dolore lancinante alla schiena con un’iniezione di cortisone e ha chiuso i suoi calli in ciambelle di gommapiuma.
E’ la storia di una vita intensa, fatta di vittorie, di lacrime e sudore, di dolore fisico e mentale, della fatica di diventare un campione e della fatica di smettere.
E’ anche la storia di un padre, commosso dal figlio che parla ad un piccolo amico non del tennista, ma del LIBRO che papà sta scrivendo.
“Spero che lui e sua sorella siano altrettanto orgogliosi di questo libro tra dieci, trenta e sessanta anni. L’ho scritto per loro, ma rivolgendomi a loro. Spero che li aiuti a evitare alcune delle trappole in cui sono finito io. Non solo, spero che sia uno dei molti libri che gli daranno conforto, guida, piacere. Ho scoperto tardi la magia dei libri. Dei miei tanti errori che vorrei che i miei figli evitassero, questo è quasi in cima alla lista.”
Confermo, questo libro è vero almeno quanto è magico.
La libreria dei sogni
Più volte, da un paio di giorni a questa parte, mi sono imbattuto online, su più siti e social network, in una notizia di cui non ero al corrente: a Bologna, non a caso la “dotta Bologna”, esiste una libreria dove i libri non si acquistano, ma si possono prendere in prestito o addirittura portarli via, senza restituirli, sempre gratuitamente.
La libreria si chiama “Libri liberi”, in via San Petronio Vecchio 57, dietro l’Università di Scienze Politiche e all’angolo con via Fondazza, la prima celebre Social street del mondo.
È molto più dell’idea del book crossing, con il supporto fondamentale di uno spazio fisico, per quanto piccolo.
Come Biblioshare, anche Libri Liberi parla ai tanti che hanno in casa libri che una volta riposti sulle mensole della libreria non verranno più letti da nessuno. È la stessa idea di “liberare i libri” che anche noi sosteniamo, tant’è che il nostro slogan “libera i tuoi libri” è molto simile al nome della libreria. Tra l’altro, da quel che ho letto, la signora Anna Hilbe, titolare del locale, è presente già dal 2012 nel panorama bolognese. Alla prima occasione in cui mi recherò a Bologna non mancherò di farle visita!
Il funzionamento? Se si vuole lasciare un libro, che deve essere in ottime condizioni (anche perché non è un dovere lasciare un proprio libro), lo si consegna e, una volta accettato, il libro viene marchiato in modo da non poter più essere venduto, ma soltanto regalato ai clienti della libreria.
Grande Anna!
Bookcity Milano 2016
Sabato alle 12:30 siamo andati in scena al Digital Studio del Teatro Franco Parenti per l’evento “BiblioShare presenta: libri, il piacere di condividere“.
Nei primi 7-8 minuti si è svolta la performance artistica di Mariano Bellarosa ed Ilaria Cremonesi, artisti della Brigata Topolino e iscritti alla community di San Donato Milanese, dal titolo “la lettura abbatte le barriere generazionali”. L’anziano legge un tradizionale libro di carta, mentre la giovane utilizza un book reader elettronico. I due, seduti vicini su una panchina, iniziano a spiarsi, a osservarsi furtivamente e reciprocamente, per poi comprendere che leggere con un ereader o su un libro tradizionale è comunque un momento di cultura e miglioramento reciproco. Il tutto senza pronunciare una parola e con una gradevole colonna sonora in sottofondo.
Qui il link al canale Youtube di Recsando con il video della performance artistica.
Roberta Bulgari, prima iscritta alla prima community di BiblioShare e protagonista di primo piano nella nascita di Biblioshare, ha poi presentato gli ospiti:
Paolo Pisani, ideatore e sviluppatore della piattaforma, ha spiegato brevemente come è nata l’idea e come funziona il sistema, oltre a fornire qualche numero, relativo alla prima community nata, quella di Milano Rogoredo Santa Giulia: oltre 200 iscritti a leggera maggioranza femminile, oltre 10.000 volumi catalogati, dei quali due terzi messi a disposizione da donne.
Susanna Loi, identificata come “scambista”, ha raccontato del suo primo scambio di libri: un incontro che doveva essere rapido e veloce si è dilungato per l’intera mattinata del sabato, con la scoperta reciproca tra le due persone che si erano incontrate, di affinità e interessi comuni, e di un rapporto che non si è concluso con quell’incontro, ma che è tuttora vivo.
Barbara Bortolini ha fortemente contribuito all’apertura della community di Milano Porta Romana; al suo attivo ha il record di libri messi a disposizione: ben 84! Ci ha ricordato che, come ha scritto Umberto Eco in “Come si fa una tesi di laurea”, “i libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare”; Biblioshare, evidentemente, è un buon modo per rispettare i libri.
Barbara, che ha fatto conoscere Biblioshare anche presso il suo luogo di lavoro, il Centro Diurno-Dipartimento Salute Mentale dell’Azienda Ospedaliera Santi Paolo e Carlo, ha illustrato il progetto “Biblioteca Conca del Naviglio“, che pone tra gli obiettivi quello di favorire l’integrazione sociale e il recupero dei cittadini con disagio psichico. E’ stata accompagnata anche da alcuni pazienti aderenti al progetto che sono intervenuti con una loro testimonianza.
Il presidente di RecSando – la rete civica di San Donato Milanese e del sud est Milano recentemente insignita della benemerenza civica dal Comune per l’impegno profuso in 20 anni di attività culturali sul territorio – Fabrizio Cremonesi ha esposto le ragioni per le quali ha supportato dall’inizio la diffusione di Biblioshare a San Donato e a San Giuliano Milanese, parlando degli ultimi eventi realizzati.
Stefano Bianco, ex presidente del Comitato di Quartiere Milano Santa Giulia, appassionato lettore di narrativa e di saggistica, ha promosso l’utilizzo del chiosco del Parco Trapezio come minibiblioteca connessa al circuito Biblioshare; la biblioteca – circa 500 volumi – è frutto di una donazione di un ex membro del direttivo del comitato.
Anna Bernazzani, studentessa al primo anno delle superiori, scrittrice e blogger di Biblioshare, ci ha raccontato della sua passione per i siti di fan fiction ed ha letto un suo breve racconto, “la memoria e lo spaventapasseri“.
Roberta Pezzulla, referente dell’area sociale in Metropolitana Milanese, che da fine 2014 gestisce le case popolari di Milano, in qualità di coordinatrice di progetti speciali, per il contrasto al degrado urbano e sociale e per la valorizzazione di risorse in ambito territoriale, ha parlato della reciproca volontà di collaborare con Biblioshare per la realizzazione di un progetto comune nelle case popolari, a partire dal complesso di case di via Pastonchi.
Infine Serena Dal Cin, impiegata presso la filiale italiana della VF Corporation, ha fortemente voluto la creazione della neonata community VF Milano, la nostra prima community aziendale, e ci ha raccontato di come questa differente modalità di rapportarsi ai colleghi riveli peculiarità delle persone inaspettate e utili al miglioramento del rapporto interpersonale.
Complimenti a Bookcity e al Comune di Milano dunque, che hanno organizzato questa manifestazione che ha pervaso con mille e più appuntamenti la città, sempre più belli ed interessanti, e complimenti alla nostra squadra, che ha fatto conoscere di più la nostra piattaforma condivisa, socializzante, inclusiva, innovativa e tecnologicamente all’avanguardia.
Nei prossimi appuntamenti su questo blog approfondiremo alcuni degli interventi di questa giornata.
#BCM16