“Il Libraio” parla di BiblioShare

recensione de "Il Libraio"

Il Libraio (www.illibraio.it – @illibraio) è  lo spazio multimediale del Gruppo editoriale Mauri Spagnol, il terzo gruppo librario italiano. Il suo sito, ma anche il suo account Twitter (@illibraio) e la pagina Facebook (www.facebook.com/illibraio) sono importanti punti di riferimento per chi segue il settore dell’editoria italiana.

Ieri è stato pubblicato un articolo su BiblioShare:

www.illibraio.it/biblioshare-condividi-libri-biblioteca-237657

 

“Libreriamo” illustra il nostro progetto

recensione Libreriamo

“Libreriamo”, la piazza digitale dedicata a chi ama la cultura, ieri ha scritto di BiblioShare, spiegando anche i nostri prossimi obiettivi. “Libreriamo” è un’associazione culturale che vive attraverso una testata online (www.libreriamo.it) che ha come obiettivo quello di incoraggiare la lettura e rendere i libri più accessibili ad un pubblico di massa.

Questo il link all’articolo.

“Mi fido di te”: un libro sulla sharing economy

Gea Scancarello: "Mi fido di te"

Questa sera, presso lo spazio “Coltivare la Città” sul Tetto del Superstudio Più, in via Tortona 27 a Milano, si terrà “Mi Fido di Te”, un evento promosso dallo studio di bioarchitettura Novacivitas dedicato alla sharing economy, a partire proprio dal titolo del recente libro di Gea Scancarello dedicato a pratiche di sharing economy, tutte vissute in prima persona.
Ad aprire il dibattito, alle 19.00, proprio Gea, che risponderà anche alle domande del pubblico.
Si alterneranno, poi, alcuni dei protagonisti delle piattaforme di condivisione più importanti in Italia: Andrea Saviane (country manager Blablacar Italia), Giacomo Sbalchiero (fondatore di Superfred), Michela Nose (co-fondatrice di LocLoc), Roberta Bulgari (co-fondatrice di Biblioshare), Giorgio Fipaldini (ideatore di Open more thanbooks), Ilaria Venturelli (co-fondatrice di S-CambiaCibo) e Davide Ghezzi, fondatore di Letzgo. L’incontro sarà moderato da Adriano Solidoro, Docente di Organizzazione aziendale e di Gestione della conoscenza presso l’Università di Milano Bicocca.
L’accesso è aperto al pubblico tramite registrazione qui.

8° del Manifesto: Biblioshare senza libri condivisi NON È

Manifesto 8Anna è la nostra collaboratrice di 13 anni. Oggi ha scritto in merito all’ottavo punto del nostro Manifesto.

E no, nessuno ha mangiato qualcosa di strano per dar vita a questo titolo.
Semplicemente, e ringrazio di cuore la mia professoressa di storia per avermi tartassato le scatole così da fissarmelo bene in testa, copia una particolarmente famosa frase dai nobili ideali illuministici.
Mi spiego meglio: dopo la Rivoluzione Industriale, in Francia si formò un gruppo di persone che voleva “illuminare” l’umanità con la splendente lampadina della ragione perché quella elettrica venne mostrata al mondo dal 1889: nel ‘Settecento gli illuministi ne erano quindi sprovvisti.
Costoro gettarono al vento le regole e le superstizioni della Chiesa reclamando l’uguaglianza tra popoli e la libertà di pensiero. Proprio a questo proposito,uno di essi pronunciò e coniò la frase:“Penso, quindi sono”.
E qui casca la lampadina (battutaccia per rimanere in tema “illuminato”).
Infatti, se uno non presta e condivide i propri libri, Biblioshare ha ragione di esistere? No,è inutile.
E condividendo libri si condividono emozioni, pensieri e riflessioni, proprio come gli illuministi facevano seduti paciosi ai loro caffè, commentando tranquilli i giornali.
E sempre uno di loro, Voltaire, affermò qualcosa del tipo: “Io non condivido le tue idee, ma darei la vita per permetterti di affermarle”.
Morale: poco importa se qualcuno ha opinioni diverse dalle vostre, potreste imparare a vedere le cose da un altro punto di vista o scoprire aspetti di quel volume che rileggevate annoiati senza capirne il senso.
Basta solo allungare la mano e porgerlo al prossimo.
Allora, e solo allora, Biblioshare è.

Anna, 13 anni: leggere è bello e rende felici

Anna, 13 anni, è una nostra nuova collaboratrice. Leggete cosa ha scritto a proposito del primo punto del nostro Manifesto. Della serie #ioleggoperché

Cosa non fa Anna, pur di leggere!
Cosa non fa Anna, pur di leggere!

Alt! Alt. Alt.
C’è di sicuro quella vocina che si alza e dice: Sì, come no.
E io chiedo: Perché tutto ‘sto sarcasmo?
Vorrei proprio sapere cosa mi risponderebbe.
E se chiedesse a me: Perché tu dici che leggere è bello?, io le risponderei: Ascolta e rifletti.
Leggere è un atto di volontà. Possiamo accendere tranquilli la televisione e non guardarla, rispondendo al cellulare o facendo altre cose.
Con un libro no. Bisogna cominciare a leggere, innanzitutto.
Già questo è un atto di volontà.
Poi, mentre leggiamo, ci infiliamo tra le parole, ci mescoliamo ad esse, ci emozioniamo, svegliamo la nostra fantasia e non vogliamo essere distolti dalla lettura perché sappiamo che altrimenti l’incanto finirebbe e bisognerebbe ricominciare da capo.
E la vocina: Se, vabbè, basta un segnalibro.
Ottima obiezione. Ma vuoi davvero smettere di leggere un libro e magari fare i compiti? O scoprire al telegiornale che ci sono stati tanti di quei morti che non si sa più dove metterli, poverini? O ascoltare i motivetti sgrammaticati e vagamente seccanti delle pubblicità prima del programma che vuoi vedere?
E allora, scusate, tanto vale continuare a leggere e scoprire anche tragedie, morti e avanti così ma raccontati con emozione che ci permette di dire, alla fine del volume, se ci è piaciuto, “Ma guarda un po’, mica me l’aspettavo che mi piacesse così. Già che ci sono lo consiglio a qualcuno.”.
E se non l’avete apprezzato? Niente paura: potete sempre consigliare di non leggerlo e cercarne un altro che accomodi i vostri gusti.
Cosa dici ora, vocina?

Anna